
The Invisible people è nato come rappresentazione artistica a conclusione del progetto internazionale “Quartieri di Vita 2023. Life infected with social Theatre!”, il Festival di formazione e teatro sociale organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival.
I giovani artisti casertani di Fabbrica Wojtyla – Ali della Mente, guidati dall’autore e regista casertano Patrizio Ranieri Ciu, hanno collaborato in coordinamento con l’affermata regista austriaca Sarah Milena Rendel, in partenariato con il Forum Austriaco di Cultura a Roma, e con i minori stranieri non accompagnati e migranti in Sistema Accoglienza Integrata dal CIDIS ETS.
Un’azione ideale possibile grazie ad un teatro che torna alla sua originaria forma di servizio sociale, visione evolutiva per l’umanità la cui unica narrazione parte dai “Quartieri di vita del mondo”. Questa la chiave di lettura del lavoro di sintesi di una creazione artistica realizzata grazie all’incontro tra esperienza e futuro del teatro in un approccio motivato di giovani artisti e auditori con giovani provenienti da diverse parti del mondo (Pakistan, Gambia, Egitto, Albania, Tunisia, Burkina Faso, Russia ed Ucraina) per identificare valori unitari capaci di una illuminata costruzione concettuale dell’oggi come sogno, presupposto essenziale del miglior avvenire reale di tutti.
L’opera, andata in scena per la prima volta presso il Teatro Comunale di Caserta aperta alla cittadinanza tutta, ha avuto come tema il richiamo all’opera e alla figura di Italo Calvino, in occasione del centenario dalla nascita, e di Luigi Vanvitelli e di Pablo Picasso, per la ricorrenza rispettivamente dei 250 e i 50 anni dalla morte.
Il progetto ha inteso accostare la leggerezza filtrante della realtà de “Le città invisibili” di Italo Calvino a “Rosso Vanvitelliano”, visione al tramonto in cui Luigi Vanvitelli immagina la Reggia di Caserta sapendo che mai in vita la vedrà compiuta, trasmigrate come città dei “Quartieri di vita di tutti”, inoltre il richiamo alla “scomposizione”, caratterizzante in pittura il Cubismo, in particolare la fase più significativa dell’espressione artistica di Pablo Picasso, intende rendere protagonisti ideali i giovani partecipanti provenienti da più paesi non occidentali che possono ripercorrere il viaggio affrontato inteso come ricerca di alternativa.










Foto di Sabrina Cirillo, Alba Bianconi
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