Premio Cultura Rosso Vanvitelliano®
Rosso Vanvitelliano, l’opera di autentica rievocazione e valorizzazione di particolari siti storici della Campania realmente o idealmente segnati dall’impronta di ingegno del grande architetto Luigi Vanvitelli, promossa e prodotta dalla Regione Campania attraverso Scabec, ideata e realizzata da Ali della Mente, Fabbrica Wojtyla & Compagnia della Città, diventa un Premio Cultura, onorificenza attribuita annualmente a personalità viventi che si sono distinte per il valore etico della visionarietà, componente specifica ed unica del patrimonio umano della Campania.
La “visione”
“Luigi Vanvitelli, immerso nel rosso di un tramonto, di fronte alla sterminata landa di Caserta, vede costruirsi nella sua mente l’immagine della Reggia più grande al mondo. Capolavoro d’architettura che egli progettò e che mai in vita vide realizzato. L’Architetto della Reggia, dunque, ispirato dalla natura della “Campania Felix”, viene ad essere un esempio storico di amore per la propria professione, autenticità di pensiero artistico e morale e capacità di una lungimiranza il cui risultato è l’avvenire, credendo fortemente nella scelta di una azione di cui non necessariamente vedrà l’effetto”.
Da questo modello umano nasce la logica di Rosso Vanvitelliano Premio Cultura. Infatti vuole essere il “riconoscimento del valore etico di una coscienza visionaria da cui deriva la volontà di una continua azione pratica vissuta nella consapevolezza “tragica” della probabilità di non vederne compiuto il risultato” e sarà assegnato ogni anno a chi abbia dimostrato il coraggio di investire sulle idee la cui positiva ricaduta abbia come obiettivo le generazioni future.
Il Rosso Vanvitelliano Premio Cultura è uno stile di esistenza attraverso l’affermazione del pensiero spirituale e del valore etico e morale. Un ponte del pensiero tra utopia e realtà nella progettazione di un futuro migliore a beneficio di tutti.
Esaltando la componente etica del patrimonio umano, il Premio Rosso Vanvitelliano, richiamandosi al legame tra tradizione ed avvenire nella spiritualità, ne rappresenta il valore della visionarietà nella natura, nel sangue, nel DNA, nell’essenza stessa dell’uomo, nell’affermazione dell’identità con la capacità di una lungimiranza individuale la cui proiezione è l’avvenire di tutti.
Interpretare la vita
“La tendenza degli esseri umani è vivere la vita come un senso compiuto. Ma questo significa consumare la vita con un fine egoistico. Ebbene, anche quando pensi che abbia un senso compiuto, la vita questo senso non lo ha. Solo se hai questa consapevolezza sarai in grado non di consumarla ma di scegliere di “interpretarla” la vita. Interpretare la vita significa che, pur sapendo che non puoi vedere la fine di una continuità e ne sei “tragicamente” cosciente, hai la capacità di agire a tal fine, di essere quindi visionario. La interpreti cioè nella coscienza che non potrai mai vederla compiuta, nella coscienza di vivere sempre la condizione di una non definita realizzazione, ma nonostante questo tu persegui una finalità che è ciò che non vedi e che non sarà mai per te ma sarà per altri. È sguardo per l’umanità.
Questo significa “interpretare la vita”. È come essere attore. Non sei quello che intrepreti, ma lo sei ancora di più proprio perché sai che smetterai di esserlo”. (Ciu)
Rosso Vanvitelliano è il premio alla miglior interpretazione della vita.
PRIMA EDIZIONE
Il premio è stato assegnato e consegnato al professor Umberto Galimberti, già presidente onorario dell’associazione Ali della Mente.
SECONDA EDIZIONE
Il premio è stato assegnato e consegnato a S.E. Pietro Lagnese, Vescovo della Città di Caserta e Arcivescovo eletto di Capua per la lungimiranza delle sue azioni e la “possibilità di visione” che ha donato ai cittadini con la rinascita dell’area Ex Macrico, oggi Campo Laudato Si’.
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